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UN ALTROVE IMPREVEDIBILE | Giovanni Minervini
intro • bio
Rione Luzzatti, quartiere Poggioreale, zona orientale di Napoli: 6.000 persone in 42.000mq.
Perché qui e non altrove?
Vivo questa città da molti anni ma questo luogo, per alcuni invalicabile, ha rappresentato nel mio immaginario, più di ogni altro, proprio quell’altrove che non ti aspetti, un altrove imprevedibile. L’idea di farne un progetto fotografico nasce dalla lettura del tutto casuale di un articolo di cronaca. Un passaggio su tutti ha acceso la mia attenzione: «[...] il Rione Luzzatti è invalicabile. Le strade sono guardate a vista… i killer si appostano sui terrazzi dei palazzi come dei tiratori scelti».
Periferie e degrado non sono temi che mi appassionano e peraltro sono stati già declinati e rappresentati in ogni possibile forma. Il Rione Luzzatti non è proprio una periferia ed il suo degrado non è immediatamente percettibile. Il Rione Luzzatti è... semplicemente una zona di confine, dove in maniera netta e viscerale hai la percezione del concetto di disuguaglianza.
All’ombra delle torri giapponesi del Centro Direzionale, le strade immobili, i palazzi silenziosi, le fabbriche lontane nel ricordo, le terre oramai aride raccontano di un vuoto che nasconde innumerevoli tracce di vita. Fotografando, ho ricercato queste tracce provando, oltre ogni limite, senza la pretesa di dimostrare nulla e senza illusioni di oggettività, ad osservare con occhi diversi stabilendo rapporti, rimandi.
Queste foto rivelano soltanto la superficie delle cose, le immagini si focalizzano, come imprescindibile punto di partenza, su ciò che è visibile alludendo al contempo a ciò che non lo è.
Giovanni Minervini
FPtalk 45 | Un altrove imprevedibile | Giovanni Minervini
intervista a Giovanni Minervini
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Rione Luzzatti, quartiere Poggioreale, zona orientale di Napoli: 6.000 persone in 42.000mq.
Perché qui e non altrove?
Vivo questa città da molti anni ma questo luogo, per alcuni invalicabile, ha rappresentato nel mio immaginario, più di ogni altro, proprio quell’altrove che non ti aspetti, un altrove imprevedibile. L’idea di farne un progetto fotografico nasce dalla lettura del tutto casuale di un articolo di cronaca. Un passaggio su tutti ha acceso la mia attenzione: «[...] il Rione Luzzatti è invalicabile. Le strade sono guardate a vista… i killer si appostano sui terrazzi dei palazzi come dei tiratori scelti».
Periferie e degrado non sono temi che mi appassionano e peraltro sono stati già declinati e rappresentati in ogni possibile forma. Il Rione Luzzatti non è proprio una periferia ed il suo degrado non è immediatamente percettibile. Il Rione Luzzatti è... semplicemente una zona di confine, dove in maniera netta e viscerale hai la percezione del concetto di disuguaglianza.
All’ombra delle torri giapponesi del Centro Direzionale, le strade immobili, i palazzi silenziosi, le fabbriche lontane nel ricordo, le terre oramai aride raccontano di un vuoto che nasconde innumerevoli tracce di vita. Fotografando, ho ricercato queste tracce provando, oltre ogni limite, senza la pretesa di dimostrare nulla e senza illusioni di oggettività, ad osservare con occhi diversi stabilendo rapporti, rimandi.
Queste foto rivelano soltanto la superficie delle cose, le immagini si focalizzano, come imprescindibile punto di partenza, su ciò che è visibile alludendo al contempo a ciò che non lo è.
Giovanni Minervini
Giovanni Minervini è nato a Bari nel 1964. La sua vita è stata un continuo girovagare su e giù per l’Italia. All’età di diciotto anni è entrato in Accademia militare a Modena compiendo una scelta radicale, ma non definitiva. In fotografia come nella vita ama non dare mai nulla per scontato e preferisce che a parlare di lui siano le immagini che le biografie. La macchina fotografica è solo l’unico mezzo, meccanico o elettronico che sia, attraverso il quale riesce ad attestare un’esperienza.FPtalk 45 | Un altrove imprevedibile | Giovanni Minervini
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