intro • bio
Il 2020 lo ricorderemo. Chi lo ha vissuto in età di coscienza non potrà dimenticare la paura del contagio combattuta con il confinamento (quello che in un reiterato accesso di provincialismo anglofilo tutti hanno identificato come lockdown) è stato che ci ha fatto stare chiusi in casa. La pandemia del 2020 troverà forse anche uno spazio nei libri di storia, quantomeno in quelli scritti dagli studiosi più attenti. Certo guardando al passato tuti i testi scolastici di storia ricordano la Prima Guerra mondiale, ma quasi nessuno cita l'epidemia conosciuta come spagnola, quindi forse anche l'epidemia di Covid-19, una volta superata, diventerà uno dei tanti incidenti di percorso della storia dell'umanità destinato a perdersi nell'oblio.
Per chi ha vissuto questo periodo però sarà difficile dimenticare i giorni trascorsi in casa senza poter uscire per tentare di contenere la diffusione del virus, mutuando il contatto con il mondo e i propri simili attraverso finestre e balconi palcoscenico di improvvisati cori tanto improbabili quanto intrisi di demagogico ottimismo sul futuro. Stampa, televisione e internet hanno sommerso di immagini quei giorni, quasi volessero colmare il vuoto che tentavano di raccontare. La prima fase della pandemia è stata pesante per tutti e l'illusorio e avventato senso di liberazione che ci ha pervaso ha trovato la sua epifania nella riscoperta di gesti quotidiani che avevamo dato per scontati. Una semplice passeggiata, una corsa nel parco, annusare attraverso la mascherina il profumo di un melone in un negozio, il ritorno dal parrucchiere, chiacchierare con gli amici... gesti e situazioni comuni, per non dire banali, resi eccezionali dalla loro negazione. Sensazioni ed emozioni comuni a tutto il mondo in quell'anno maledetto che è stato il 2020, condivise ovunque, anche a Figino, quartiere della periferia nord ovest di Milano, dove sono state scattate queste immagini sul finire della primavera, quando l'eccezionalità della normalità si stava facendo largo in quel tentativo di ritorno alla quotidianità che la fine dell'estate avrebbe ferocemente cancellato.
Sandro Iovine
Silvia Milanesi ha ereditato la propria passione per la fotografia dal padre, appassionato di fotografia e amante dell’arte. Durante il liceo ha iniziato i suoi studi fotografici mettendosi alla prova durante i viaggi e le esperienze di vita personale e sportiva. Ha approfondito i suoi studi alla FPschool scuola di fotografia seguendo un percorso di formazione professionale e scegliendo di specializzarsi in ritrattistica e reportage. Da qui, i primi sbocchi professionali Alla ricerca di nuove contaminazioni, fino a pone le basi per la creazione di GipsyStudio, uno spazio fotografico aperto, un luogo dove poter vivere la fotografia a 360°, creare collaborazioni e condividere esperienze per la crescita personale e di gruppo.
ITA - Informativa sui cookies • Questo sito internet utilizza la tecnologia dei cookies. Cliccando su 'Personalizza/Customize' accedi alla personalizzazione e alla informativa completa sul nostro utilizzo dei cookies. Cliccando su 'Rifiuta/Reject' acconsenti al solo utilizzo dei cookies tecnici. Cliccando su 'Accetta/Accept' acconsenti all'utilizzo dei cookies sia tecnici che di profilazione (se presenti).
ENG - Cookies policy • This website uses cookies technology. By clicking on 'Personalizza/Customize' you access the personalization and complete information on our use of cookies. By clicking on 'Rifiuta/Reject' you only consent to the use of technical cookies. By clicking on 'Accetta/Accept' you consent to the use of both technical cookies and profiling (if any).