intro • bio I canyon di Hasankeyf hanno l'età della Terra, le grotte che li modellano, quella dell'uomo. Oggi, la stessa civiltà che oltre quattromila anni fa ha mosso i suoi primi passi sulle sponde del Tigri, rappresenta il pericolo più grande per la sopravvivenza di questi luoghi. Situato nel Kurdistan Turco a pochi chilometri dal confine siriano e iracheno, il villaggio è oggi condannato all'oblio dalla costruzione della diga di Ilisu, un tassello importante del progetto GAP per lo sviluppo economico del sud-est anatolico. A lavori ultimati, Hasankeyf sarà sommerso dalle acque, la sua collettività sarà smembrata e ricollocata in un insediamento di nuova costruzione e dei millenni di storia non rimarrà altro che una bandiera turca a sventolare sopra uno sperone di roccia.
Oggi gli abitanti di Hasankeyf aspettano il futuro con uno stato d’animo diviso tra rassegnazione e rabbia. Sanno che la loro città sarà sommersa dalle acque, ma non hanno idea di quando questo accadrà; vivono in un limbo, in una dimensione di precarietà tale da impedire ogni sorta di pianificazione.
Hasankeyf: il villaggio che affoga guarda alla Turchia contemporanea dal punto di vista di quella che oggi è la periferia dell’impero di Recep Tayyip Erdoğan. Si tratta di un progetto di fotografia documentaria che vuole dare testimonianza degli ultimi anni di Hasankeyf raccontando un'attesa fatta di rinunce e incertezze, provando a restituire quel senso di sospensione surreale di un luogo in cui la vita continua a scorrere pur essendo prigioniera di un presente che non prevede futuro. Salvo BuffaSalvo Buffa è nato a Palermo e ha studiato fotogiornalismo presso l’Istituto Superiore di Fotografia e Comunicazione Integrata di Roma. Dal 2013 ha seguito le sorti di Hasankeyf, un villaggio millenario situato nel Kurdistan turco destinato a essere sommerso dalle acque del Tigri in seguito alla costruzione della diga di Ilisu; a questo progetto, nel 2014, ha affiancato un lavoro sulla gestione delle risorse idriche in Bosnia ed Erzegovina. Con il suo lavoro prova ad analizzare come la gestione speculativa delle risorse ambientali incida sulla vita di una collettività e sulla sua identità culturale.
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