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ANITYA (IMPERMANENZA) | Monica Bonacina
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Il contatto con culture lontane è sempre causa di riflessione. Dal paesaggio così lontano da quello europeo, tra montagne aspre e dolci altopiani, vette ghiacciate e corse cavalli selvaggi, Zanskar, la terra di rame bianco si presenta così. È in questa piccola valle del Ladakh, incastonata tra India (di cui fa parte), Cina e Pakistan, che il misticismo buddista ha avuto la sua culla.
Le fotografie raccontano quell'immersione nel quotidiano di monaci e monache, in continua oscillazione tra spirituale e materiale. Parlano di giorni di silenzi scanditi da gesti e ritualità, con la luce a fare da cordone ombelicale tra un piccolo dentro e un’immenso fuori. A contatto con la percezione del divenire dell'individuo e del cosmo, Anitya, l’Impermanenza, uno dei princìpi cardine della dottrina buddhista, diventa tangibile anche allo straniero occidentale. Tutto contribuisce a farla percepire dai gesti della quotidiana sussistenza ai momenti di meditazione e preghiera. E le fotografie hanno cercato di catturarla.
la redazione
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Il contatto con culture lontane è sempre causa di riflessione. Dal paesaggio così lontano da quello europeo, tra montagne aspre e dolci altopiani, vette ghiacciate e corse cavalli selvaggi, Zanskar, la terra di rame bianco si presenta così. È in questa piccola valle del Ladakh, incastonata tra India (di cui fa parte), Cina e Pakistan, che il misticismo buddista ha avuto la sua culla.
Le fotografie raccontano quell'immersione nel quotidiano di monaci e monache, in continua oscillazione tra spirituale e materiale. Parlano di giorni di silenzi scanditi da gesti e ritualità, con la luce a fare da cordone ombelicale tra un piccolo dentro e un’immenso fuori. A contatto con la percezione del divenire dell'individuo e del cosmo, Anitya, l’Impermanenza, uno dei princìpi cardine della dottrina buddhista, diventa tangibile anche allo straniero occidentale. Tutto contribuisce a farla percepire dai gesti della quotidiana sussistenza ai momenti di meditazione e preghiera. E le fotografie hanno cercato di catturarla.
la redazione
Monica Bonacina è nata sulle rive del lago di Como in una famiglia dove la fotografia era molto presente grazie alla passione del nonno. Lungi dall'idea di affrontare la carriera professionale si è formata grazie alla curiosità che l'ha sempre spinta a prefazionassi, anche grazie all'incontro con fotografia professionisti e stampatori che l'hanno saputa stimolare e guidare nella sua ricerca. Negli anni ha prefèrito concentrare le sue energie sul reportage, sviluppando una particolare predilezione per la street photography. Nella sua ultima personale (dal 2 al 25 febbraio 2018) ha presentato Anitya al Closer 2018 a Bologna.powered by
